Come l’HIV causa invecchiamento precoce

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L’infezione da HIV è caratterizzata da un’attivazione immunitaria a lungo termine, in cui l’organismo risponde alla presenza del virus producendo anticorpi difensivi e proteine ​​pro-infiammatorie. L’aumento dell’attivazione immunitaria e l’infiammazione persistente e cronica associata all’HIV sono considerati attori principali nel processo di invecchiamento, con conseguente fragilità prematura e malattie associate all’invecchiamento.

Questo processo accelerato viene spesso definito prematura senescenza.

Definire l’invecchiamento e l’invecchiamento precoce

La senescenza precoce è definita come l’invecchiamento biologico di un individuo o di un organismo in un momento molto prima del previsto o sperimentato nella popolazione generale.

In linea generale, l’invecchiamento è caratterizzato dalla ridotta capacità del corpo di affrontare lo stress, rendendo più difficile mantenere la stasi biologica (equilibrio), aumentando il rischio di malattie associate all’invecchiamento come il morbo di Alzheimer o metaboliche. La senescenza precoce implica che il corpo sta invecchiando molto prima del tempo e di solito può essere collegato a uno o più agenti o eventi causali.

L’invecchiamento normale è associato a un’infiammazione cronica di basso grado, nota come inflammaging, che svolge un ruolo nel rallentamento della crescita cellulare e nella perdita graduale della funzione tissutale. I meccanismi dell’invecchiamento sono considerati, in generale, inevitabili, anche se i fattori genetici, ambientali e legati all’età possono determinare la vulnerabilità di un individuo all’invecchiamento e alla morte.

Al contrario, la senescenza prematura è associata a un’infiammazione cronica superiore a quella riscontrata nell’individuo sano e medio. Questo elevato livello di infiammazione persistente può causare danni cumulativi a livello cellulare e molecolare, mettendo le cellule sotto stress ossidativo dove sono meno in grado di disintossicare il corpo o riparare i danni.

L’infiammazione può causare danni diretti ai geni in cui la codifica genetica delle cellule cambia completamente, risultando spesso nella morte delle cellule o nello sviluppo di mutazioni cancerose. Col tempo, le cellule colpite smettono di dividersi del tutto e il corpo nel suo complesso invecchia letteralmente.

La senescenza precoce può essere causata da alcune infezioni, così come da fattori comportamentali come il fumo e l’obesità, o fattori ambientali come inquinanti o radiazioni.

Senescenza prematura e infezione da HIV

Poiché le persone con HIV possono ora aspettarsi di vivere una durata normale o quasi normale, data la tempestiva iniziazione della ART, maggiore attenzione a essere posta su molte malattie non associate all’HIV che possono riprendere molti dei quei guadagni. Infatti, nella maggior parte dei paesi sviluppati, le malattie associate alla soppressione immunitaria – le cosiddette infezioni opportunistiche – non sono più i principali assassini di persone con HIV.

Invece, i tumori non correlati all’AIDS sono oggi considerati la principale causa di morte per le persone affette da HIV in tutto il Nord America e in Europa, e la maggior parte viene diagnosticata 10-15 anni prima rispetto alle loro controparti non infette. Allo stesso modo, il danno neurocognitivo associato all’invecchiamento si riscontra nelle persone con HIV a un’età media di 46 anni, mentre l’età media per infarto miocardico (attacchi di cuore) si trova a soli 49 anni, da 7 a 16 anni prima di uomini o donne non infetti.

Anche quando l’HIV è ben controllato dalla terapia antiretrovirale (ART), le persone con infezione da HIV sono ancora inclini ad insorgenza precoce delle malattie associate all’invecchiamento, anche se ad un tasso significativamente più basso.

I pazienti con ART precoce e un nadir CD4 elevato sono generalmente considerati sotto carico minore di infiammazione cronica rispetto a quelli che iniziano il trattamento in ritardo, mentre i pazienti con controllo virale prolungato sono considerati meno vulnerabili alle comorbidità legate all’età rispetto a individui non trattati o non trattati incapace di raggiungere la soppressione virale.

La diagnosi precoce e il trattamento sono, quindi, la chiave per ritardare l’invecchiamento prematuro spesso osservato nelle persone con malattia a lungo termine da HIV.

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